Eleonora D'Aquitania


Eleonora D’Aquitania

Primi anni[

Eleonora fu battezzata Alienor (interpretato poi in seguito come l'Aliena, l'Estranea) che in langue d'oc vuol dire "l'altra Aénor" (poi francesizzato in langue d'oïl in Eléanor). Fu allevata alla corte d'Aquitania, una delle più raffinate del secolo XII, che, per merito di suo nonno alla fine del secolo precedente, aveva visto nascere l'estetica dell'amor cortese nelle diverse residenze dei duchi d'Aquitania, soprattutto Poitiers e Bordeaux; ricevette l'educazione di una giovane nobile del suo tempo: imparò a leggere e scrivere in latino, la musica, la matematica e la letteratura dell'epoca, ma apprese anche a cavalcare e a cacciare.

L'ereditiera d'Aquitania

Non si conosce l'anno esatto, ma tra il 1130 ed il 1137, Eleonora ereditò i ducati d'Aquitania e di Guascogna, fra i più importanti domini del regno di Francia (senza però essere vassalli della corona), per la morte del fratello, Guglielmo l'Ardito.

Guglielmo X, alla fine del 1136, iniziò un pellegrinaggio per Santiago de Compostela, ma morì, forse per un'intossicazione alimentare, durante il viaggio (sembra il giorno di Venerdì Santo del 1137).Comunque prima di morire si raccomandò che la primogenita Eleonora, che gli subentrava nei titoli di duchessa d'Aquitania e di Guascogna e di contessa di Poitiers, portando in dote l'Aquitania, fosse data in sposa a Luigi[11], figlio ed erede del re di Francia, Luigi VI.

Il matrimonio tra Eleonora e Luigi di Francia fu celebrato a Bordeaux il 22 luglio 1137.Gli sposi furono incoronati duchi d'Aquitania nella cattedrale di Poitiers, ma il ducato non venne riunito alla corona di Francia, Eleonora rimase duchessa e Luigi duca consorte; fu altresì stabilito che il loro primo figlio sarebbe stato re di Francia e duca d'Aquitania, quindi la fusione dei due domini sarebbe avvenuta con la generazione successiva..

Primi anni di matrimonio col re di Francia Luigi VII

Nel giorno di Natale del 1137 Eleonora venne incoronata a Bourges, mentre il marito veniva reincoronato (essendo già stato incoronato all'età di 11 anni, il 25 ottobre 1131, a Reims ducato di Aquitania, citando solo l'incoronazione di Luigi VII[17].

Di spirito libero e vivace, Eleonora non fu ben accetta alla corte di Francia, viceversa fredda e riservata; fu criticata per la sua condotta ritenuta indecente  i suoi lussi, dai gioielli alle tappezzerie, sorpresero i cortigiani, e anche i trovatori che lei faceva venire alla corte non erano graditi: il Marcabruno, addirittura, fu cacciato dal re in persona per le canzoni, un poco spinte, composte per la sua amata, che forse era la stessa regina; il trovatore in seguito dovette recarsi presso le corti spagnole per poter continuare a vivere della sua arte.

Eleonora era soprattutto criticata per l'influenza che esercitava sul re. La giovane coppia (entrambi avevano meno di vent'anni) prendeva decisioni avventate, come la spedizione risoltasi in un insuccesso contro la contea di Tolosa, su cui Eleonora vantava dei diritti per via della nonna Filippa di Tolosa[16] (l'assedio di Tolosa viene ricordato anche da Orderico Vitale[18]).

Durante il conflitto in cui il re appoggiò Rodolfo, ci fu la conquista della città di Vitry-en-Perthois; gli abitanti della città, sembra circa 1300, si rifugiarono nella chiesa, a cui fu dato fuoco[19]. Sul regno di Francia e sulla coppia reale, ancora senza figli, cadde l'Interdetto della Chiesa.

Eleonora chiese consiglio a Bernardo di Chiaravalle, che la esortò ad appianare i conflitti; cosa che avvenne: la Champagne fu restituita a Tibaldo, e Pietro poté ottenere l'arcivescovato di Bourges. La scomunica fu ritirata e nel 1145 la coppia reale ebbe una figlia, Maria.

Affinché l'Interdetto fosse tolto ed anche per ottenere la nascita del sospirato figlio maschio Eleonora, influenzata in ciò dalle prediche di Bernardo di Chiaravalle (che aveva ricevuto l'incarico da papa Eugenio III di predicare la crociata in Francia[20]), spinse Luigi a partecipare alla Seconda crociata[20]; lei lo avrebbe accompagnato in Terra Santa come pellegrina.

La crociata francese, rallentata dalla presenza della regina e di parecchie dame dei crociati, partì nel giugno del 1147, mentre la crociata tedesca, partita a maggio, arrivò prima in Terra santa. Con la crociata cominciarono i dissapori tra i coniugi

  • lei si fece accompagnare dal trovatore Jaufré Rudel,
  • la strage alla battaglia del monte Cadmo, nel 1148, dove l'avanguardia (con la regina), comandata da un vassallo aquitano, Goffredo di Rancon, contravvenendo agli ordini non attese la retroguardia (con il re) ed i pellegrini, che subirono un massacro da parte dei Turchi; il re si salvò miracolosamente. La colpa ricadde su Goffredo, ma i dubbi su Eleonora rimasero.
  • l'incontro con lo zio Raimondo di Poitiers, che accolse i Crociati in Antiochia, ma non fu ricambiato in alcun modo. Allora circolò la diceria che tra zio e nipote nascesse un incestuoso adulterio, nei mesi in cui Luigi ed i francesi furono a Gerusalemme, mentre la regina e gli aquitani rimanevano in Antiochia.
  • anche l'esito negativo della crociata (la mancata conquista di Damasco) e la colossale menzogna bizantina che nascose ai francesi il disastro a cui erano andati incontro i tedeschi, portò dissapori tra i coniugi.

Nel 1149 Luigi VII ed Eleonora ritornarono dalla crociata e arrivarono in Italia, via mare, separatamente.Rientrarono in Francia e nel 1150, nacque una seconda figlia, Alice..

Ma i dissapori continuarono. L'11 marzo 1152 si riunirono nel sinodo di Beaugency[22] gli arcivescovi di Bordeaux, Rouen, Reims e il primate di Francia, che il 21 marzo, dinnanzi a Luigi ed Eleonora, sancirono, con la benedizione papale, che il loro matrimonio era stato nullo per consanguineità[22] di quarto grado, ambedue discendevano da .Le due figlie venivano dichiarate legittime e sarebbero rimaste presso la corte francese e tutti i possedimenti di Aquitania e Guascogna venivano restituiti ad Eleonora.

Enrico II d'Inghilterra



Il matrimonio di Eleonora d'Aquitania con Enrico Plantageneto e la successiva successione al trono d'Inghilterra di Enrico creò un impero.

Non appena Eleonora fu rientrata nei suoi possedimenti, sulla via di Poitiers, due nobili, Tibaldo di Blois, figlio del conte di Champagne, Tebaldo II il Grande e Goffredo d'Angiò, fratello di Enrico, conte d'Angiò e duca di Normandia (era succeduto al padre Goffredo V il Bello, il 7 settembre 1151[22]), cercarono di rapirla per sposarla e quindi impadronirsi dei suoi domini. Appena giunta a Poitiers, inviò un messaggio al duca di Normandia, Enrico, affinché la raggiungesse e la sposasse.

Sei settimane dopo l'annullamento del precedente matrimonio, il 18 maggio 1152, nel giorno di Pentecoste, Eleonora ed Enrico si sposarono, sembra senza alcuno sfarzo; Enrico, come consorte, aggiunse ai suoi domini i ducati di Aquitania e Guascogna e la contea di Poitiers[23].

Lei era più anziana di 11 anni; ambedue discendevano dalla figlia di Folco III Nerra, Ermengarda d'Angiò.Un possibile matrimonio tra Enrico e Maria, figlia di Eleonora, era stato escluso per la consanguineità. Inoltre il padre di Enrico, Goffredo il Bello, uno dei presunti amanti di Eleonora, sino a che era in vita, aveva vivamente sconsigliato al figlio di imparentarsi con lei.

Enrico non fu molto fedele ad Eleonora ed ebbe la reputazione di conquistatore. Ebbe diversi figli illegittimi; uno di questi, Goffredo di York, nato da una prostituta di nome Ykenai, nacque nello stesso anno del figlio legittimo Guglielmo, fu riconosciuto da Enrico ed allevato a Westminster sotto la guida della regina.

Il 19 dicembre 1154 Eleonora divenne regina d'Inghilterra, incoronata nell'abbazia di Westminster assieme al marito[13], che assunse il nome di Enrico II di Inghilterra.
Eleonora, oltre che agire autonomamente in Aquitania e Guascogna, in vece di Enrico, poté farlo anche in Inghilterra, come risulta dai
Pipe Rolls del primo periodo di regno di Enrico II
[24].

Il periodo di regno di Enrico II, tra l'incoronazione e la nascita dell'ultimo figlio della coppia, Giovanni (1166), fu piuttosto turbolento, anche se Eleonora ne fu coinvolta marginalmente, per diversi motivi:

  • l'Aquitania rifiutò l'autorità di Enrico;
  • i tentativi di acquisire la contea di Tolosa, appellandosi ai diritti ereditari della nonna Filippa di Tolosa e poi del padre, fallirono;
  • le notizie dalla Francia, inerenti al nuovo matrimonio di Luigi, a cui seguì il matrimonio tra Enrico il Giovane e Margherita, figlia di Luigi;
  • i contrasti tra il re e San Tommaso Becket, prima cancelliere e poi arcivescovo di Canterbury; Tommaso fu costretto a scappare in Francia, ma al ritorno, nel 1170, fu assassinato nella cattedrale di Canterbury, durante le funzioni vespertine; probabilmente gli assassini interpretarono uno sfogo del re, che non diede mai un preciso ordine. Nonostante il dubbio, Eleonora, come tutto il resto d'Europa, venne colta da orrore.
  • tra la fine del 1166 e il 1167 il rapporto tra Enrico e Rosamund Clifford divenne noto, ed il matrimonio con Eleonora sembrò vicino alla conclusione.

La mecenate

Quando la regina fu in Francia tenne corte a Poitiers (riattivandola dopo anni di abbandono), e seguì soprattutto i suoi interessi in Aquitania. Nel 1170 Eleonora riuscì a far assegnare al figlio quartogenito Riccardo i possedimenti di Guascogna, Aquitania e Poitou.

La corte fu ritrovo d'artisti e trovatori, tra cui Bernard de Ventadorn, col quale Eleonora ebbe una fugace ma intensa relazione.

Secondo André le Chapelain, Eleonora creò una corte letteraria con la figlia Maria, protettrice del troviero Chrétien de Troyes, verso il 1170; sembrerebbe però che i corsi d'amore decantati da André siano state delle esagerazioni per piaggeria nei confronti di Filippo Augusto (di cui era un chierico) per diffamare Eleonora.

Rivolta e cattura

Il figlio secondogenito ed erede al trono Enrico il Giovane, debole di carattere e circondato da consiglieri nemici del padre, iniziò una ribellione, nel 1173. Si recò a Parigi, da dove, su consiglio di Luigi VII, lanciava accuse e calunnie contro il proprio padre; quindi si recò segretamente in Aquitania, dove i fratelli Riccardo e Goffredo vivevano alla corte di Poitiers, presso la madre; Enrico il Giovane incitò i fratelli, sembra col consenso della madre, ad unirsi a lui nella ribellione[13]. Eleonora spinse i figli a raggiungere Parigi per unirsi al fratello maggiore contro il loro padre Enrico[25]; poi spinse i suoi vassalli aquitani e guasconi ad unirsi alla ribellione[24]. Quindi Eleonora, ad aprile, lasciata Poitiers si mise sulla via di Parigi per raggiungere i tre figli, ma fu intercettata ed arrestata[24] e quindi inviata al re Enrico a Rouen. Fu segretamente imprigionata a Chinon[13] e per circa un anno il segreto venne mantenuto. L'8 luglio 1174 il re si imbarcò per l'Inghilterra a Barfleur, portando Eleonora con sé ed appena furono sbarcati a Southampton, la imprigionò nel castello di Winchester e poi in quello di Sarum[13]. I tre figli dopo poco fecero atto di sottomissione al padre e la ribellione finì.

Gli anni della prigionia



Eleonora e il figlio Giovanni Senza Terra

Eleonora rimase in carcere in Inghilterra per circa 15 anni. Durante la prigionia fu tenuta separata dai figli, specialmente da Riccardo, che era sempre stato il suo favorito; non ebbe modo di incontrarli spesso, per quanto, in speciali occasioni come il Natale, le fosse permesso di uscire liberamente.

Nel 1176 Rosamunda Clifford (1150-1176), il grande amore di Enrico, morì. Alla morte di Rosamunda, Enrico credette che fosse stata avvelenata con la complicità di Eleonora, che si professò sempre innocente (era solita ripetere che quando Dio si era preso Rosamunda lei era costantemente sorvegliata dalle spie di Enrico e quindi, anche volendo, nell'impossibilità di avvelenarla).

Nel 1183 Enrico il Giovane, non accontentato alla sua richiesta del ducato di Normandia (di cui era nominalmente duca), si ribellò nuovamente e con l'aiuto delle truppe del fratello Goffredo e di quelle del re di Francia, Filippo Augusto (1165-1223), tese un'imboscata al padre a Limoges. Il padre assediò la città costringendo Enrico il Giovane a fuggire e girovagare per l'Aquitania, finché si ammalò di dissenteria. L'11 giugno 1183, sentendosi vicino alla morte e preso da rimorso chiese perdono al padre per sé e per la madre e per tutti i suoi compagni di ventura, e che tutti fossero lasciati liberi. Eleonora ricevette la notizia della morte del figlio nel castello di Sarum (lei stessa disse poi a papa Celestino III, nel 1193, che in sogno aveva previsto quella morte, che la faceva ancora soffrire molto).

Alla morte di Enrico il Giovane, Filippo Augusto reclamò, per conto della sorella Margherita, alcune proprietà in Normandia; ma il re Enrico non le consegnò in quanto ritenne che alla morte del figlio esse dovessero ritornare in possesso di Eleonora, che per questo fu convocata in Normandia, alla fine dell'estate del 1183 e vi risedette per sei mesi. Iniziò per lei un periodo di semilibertà, tornò in Inghilterra all'inizio del 1184; negli anni seguenti Eleonora fu spesso in compagnia del marito, anche in atti governativi, adoperandosi per garantire a Riccardo la successione al trono, ma non fu mai realmente libera, perché sempre sorvegliata.

Nel 1186 morì il figlio Goffredo, duca di Bretagna, durante un torneo alla corte di Francia.

Reggente del regno d'Inghilterra[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 luglio 1189 il re Enrico morì e Riccardo, essendogli subentrato nel titolo di re d'Inghilterra, inviò immediatamente Guglielmo il Maresciallo a liberare la madre, che però era già stata liberata e cavalcando verso Westminster ricevette l'omaggio di nobili e prelati. Eleonora, affiancata da Guglielmo il Maresciallo, governò l'Inghilterra in nome del figlio[26], che rientrò dalla Francia il 13 agosto, accolto con molto entusiasmo; continuò a governare in nome del figlio anche quando Riccardo partì per la Terza crociata.Uno dei primi provvedimenti di Eleonora, su consiglio di Guglielmo il Maresciallo, fu l'amnistia nei confronti di tutti coloro che erano stati imprigionati illegalmente e nel contempo ordinò a tutti gli uomini liberi di fare atto di sottomissione a Riccardo Cuor di Leone[26].

Nel corso del 1191 lasciò l'Inghilterra nelle mani del Lord Cancelliere Guglielmo di Longchamp e si recò a Messina per organizzare il matrimonio del figlio Riccardo[28].. Quando, sulla via del ritorno dalla Terra santa, Riccardo fu catturato in Austria, Eleonora riuscì prima, nel 1193, a sventare la cospirazione tentata dal figlio Giovanni contro Riccardo e poi a mettere insieme l'ingente somma del riscatto, che portò personalmente a Magonza[29] all'imperatore Enrico VI e infine, l'anno seguente, favorì la riconciliazione tra i due fratelli, Riccardo e Giovanni.

Gli ultimi anni di vita

Abbazia di Fontevrault: i sarcofaghi di Eleonora e di Enrico II

Eleonora sopravvisse a Riccardo, che morì nel 1199, e mentre i grandi d'Inghilterra e Normandia riconoscevano Giovanni, il figlio più giovane di Eleonora, intorno alla quale si erano raccolti gli Aquitani, i baroni delle terre occidentali del Maine, dell'Angiò e della Turenna appoggiarono le aspirazioni del nipote Arturo I di Bretagna, il figlio postumo di Goffredo[30].

Eleonora nel 1202 rientrò all'abbazia di Fontevrault, dove prese il velo, e nel 1204 morì, dopo aver sepolto otto dei suoi dieci figli; le sopravvissero Giovanni ed Eleonora.





Maria di Francia, o Maria di Champagne (aprile 114511 marzo 1198), figlia del re di Francia Luigi VII il Giovane e della duchessa d'Aquitania Eleonora, fu contessa di Champagne per matrimonio.

Nel 1152 i suoi genitori si separarono, per l'annullamento del matrimonio e Maria rimase alla corte di Francia col padre, mentre la madre si risposò col futuro re d'Inghilterra Enrico, duca di Normandia.


Nel 1160 suo padre, rimasto vedovo, si risposò con Adele di Champagne, stabilendo che Maria avrebbe sposato un fratello di sua moglie.

Nel 1164 sposò Enrico I il Liberale (1126- † 1182), conte di Champagne, di Blois e di Brie.

Nel 1181, alla morte del marito, assunse la reggenza della contea per conto del figlio Enrico sino al 1187.

Nel 1190, riassunse la reggenza della contea, per la partenza di Enrico per la Terra Santa, dove diventerà re di Gerusalemme.

Alla morte di Enrico (1197), lasciò la contea all'altro figlio, Tebaldo, e si ritirò in convento, dove morì l'anno dopo.

Fu amante della letteratura e protettrice degli artisti, come Andrea Cappellano e Chrétien de Troyes, che ospitò alla sua corte. Fu lei stessa letterata, scrivendo sia in francese che in latino.





Chrétien de Troyes


Chrétien de Troyes (Troyes, 1135 circa – Fiandre, prima del 1190) è stato uno scrittore e poeta francese medievale, celebre per i suoi romanzi dedicati al ciclo bretone.

Poco si sa della sua vita: le poche informazione storico-biografiche si ricavano, in gran parte, dai suoi scritti. Nato nella Champagne (forse proprio a Troyes) attorno al 1135, fu un intellettuale di grande cultura, molto probabilmente un chierico[1], e visse presso le corti feudali di Maria di Champagne e in seguito di Filippo d'Alsazia, conte di Fiandra[2]. Compì gli studi del 'trivio' e del 'quadrivio', ovvero gli odierni ordini universitari di filosofia e teologia. La vita presso le corti feudali lo portò ad amare il lusso e la raffinatezza, oltre che alla tendenza ad essere all'avanguardia di un movimento rinnovatore della società feudale.Morì prima che il conte partisse per la crociata da cui non fece ritorno, quindi prima del 1190[3].

La fama del poeta si deve ai cinque romanzi che scrisse ispirandosi alle leggende bretoni: Erec et Enide, Cligès, Lancelot ou le chevalier de la charrette, Yvain ou le chevalier au lion, Le Roman de Perceval ou le conte du Graal.

Chrétien fu il più grande interprete degli ideali cavallereschi di lealtà, prodezza, generosità nel mondo raffinato delle corti feudali, dove una parte predominante avevano le figure femminili come quelle di Eleonora d'Aquitania e della figlia Maria di Champagne, che fu sua protettrice. In questa società, sviluppatasi nella Francia settentrionale, ma che molto prese in fatto di suggestioni dalla letteratura occitanica del meridione, la materia amorosa ha un ruolo fondamentale: la donna viene esaltata come signora, l'amante come vassallo, l'amore come omaggio di devozione e mezzo per una elevazione spirituale. L'amore non conosce ostacoli e il cavaliere, se occorre, deve saper vincere ogni difficoltà anche con il sacrificio della vita cogliendo l'occasione per potersi innalzare al di sopra di sé dando piena misura delle sue possibilità.

La poetica di Chrétien è caratterizzata dalla presenza di elementi di un mondo più ideale che reale, al fine di esaltare i sentimenti nobili dell'uomo, tramite, spesso, di un'analisi psicologica del personaggio e di una lezione morale. Una novità rispetto alla poetica dell'epoca è il fatto che essa, grazie a Chrétien e ad altri autori dello stesso periodo, è dedicata alle donne, precisamente a quelle nobili.

Mentre nella poesia epica come in quella espressa nelle chansons de geste, le azioni degli eroi sono ispirate da ideali elevati e particolarmente austeri (la religione, la patria, l'onore proprio e del proprio signore), nel caso del romanzo cortese il motore della vicenda è spesso la donna amata dall'eroe[4].

Le opere di Chrétien de Troyes vennero diffuse molto rapidamente nelle corti feudali francesi, inglesi ed europee grazie ai cavalieri, ai clerici vagantes e ai giullari, al punto tale che, tra il XII e XIV sec. d.C., ne vennero pubblicate traduzioni e imitazioni.

Non è da considerarsi straordinario il fatto che, vuoi per l'avanguardia in campo tematico-lessicale, vuoi per le novità apportate in campo etico-morale, Chrétien de Troyes sia stato considerato uno dei più grandi e illustri poeti prima di Dante Alighieri.




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